Riserva naturale Valle dell’Aniene, natura e storia da via Prati Fiscali verso il ponte Nomentano
Dove? Ci troviamo in prossimità’ del ponte di ferro sull’Aniene, quello che sorregge i binari della Roma-Firenze, a due passi da via Salaria e non troppo lontano a Villa Ada. Qui ci sono adesso diverse piste ciclabili, la zona e’ stata ripulita ed e’ molto frequentata da camminatori e ciclisti. Questo ponte e’ stato intitolato a Ugo Forno, un ragazzino coraggioso che nel giugno del 1944 a soli 12 anni decise di difendere il ponte dai bombardamenti dei tedeschi. Poco prima dell’arrivo degli americani, Ugo si arma con alcuni compagni e spara contro i tedeschi, purtroppo nel conflitto a fuoco perde la vita, pero’ il suo obiettivo viene raggiunto: il ponte e’ salvo!
Cosi il 16 gennaio del 2013 il presidente Giorgio Napolitano ha conferito ad Ugo Forno la medaglia d’oro al merito civile alla memoria, per questo il ponte oggi porta il nome del piccolo grande eroe.
Cominciamo a fare una passeggiata nel verde urbano lungo la pista ciclabile e incontriamo alcune piante erbacee interessanti.
Geranio dei Pirenei. Il suo nome scientifico Geranium pyrenaicum fu coniato dal botanico olandese Nicolaas Laurens Burman nel 700.
Il genere del geranio e’ molto complesso comprende infatti circa 420 specie distribuite in Europa, Nord Africa e Medio Oriente, ma circa 30 di queste specie sono piante autoctone del territorio italiano.
Medicago arabica, noto anche come trifoglio maculato per via della macchia nera al centro della foglia, ama il sole ma si puo’ adattare anche in zone di penombra. Questo trifoglio spesso viene coltivato in giardini per migliorare la qualità’ del suolo.
Fa parte di un genere di piante erbacee di cui medicago sativa detta erba medica e’ la più diffusa perche’ ricca di nutrienti e quindi ottimo foraggio.
Stellaria negletta, noto anche come Centocchi. Del genere Stellaria esistono varie specie spesso in prati incolti con fiorellini di piccole dimensioni puo’ anche essere un’erba infestante invasiva comunemente chiamata erba paperina.
Fumaria muralis o fumaria murale, fa parte della famiglia delle papaveracee, del genere fumaria ne esistono ben 53 specie, la fumaria officinalis molto comune in Italia secerne una sostanza biancastra che viene utilizzata in farmacia per le sue proprietà’ depurative.
Si chiama fumaria per il suo aroma di fumo se viene stropicciata , ben diffusa in zone mediterranee, compare in terreni coltivati e anche incolti, fioritura tra febbraio e aprile.
Si dice sia una pianta con grandi proprietà’ usata anche per zuppe e precotti, per questo in passato veniva considerata una pianta salutare che aiutava a diventare centenari…provare per credere?
Borragine o Borago officinalis, altra pianta erbacea annuale presente perlopiù’ in campi incolti e in luoghi assolati. Le foglie si riconoscono per la loro superficie ruvida un po’ pelosa, fiori piccoli di un colore lilla intenso con 5 petali a forma di stella , originaria del bacino del Mediterraneo, pianta commestibile, le foglie fritte sono un ottimo antipasto nutriente ricco di sali minerali e vitamine.
In Liguria ci fanno il ripieno dei ravioli , si trova comunque un po’ ovunque nelle cucine del Mediterraneo , in Spagna la ripassano con l’aglio e servita con patate lesse.
Inoltre i suoi fiori sono molto ricercati dalle api e per questo ne si ricava ottimo miele. Anche l’olio estratto dai semi ha grandi proprietà’ antinfiammatorie e trova vari usi in cucina, ma anche in medicinali e cosmetici.
Silene dioica, anche chiamata anche Licnide, Gittaione rosso e Gittone delle macchie. Ha le foglie allungate e pelose, utilizzate anche per produrre un fischio soffiandoci con le labbra. Molto diffusa in tutta Europa, infatti si dice abbia molti utilizzi tra le genti Celtiche.
In Italia ce ne son o circa 300 specie, forse il nome Silene deriva dal nome del maestro di Bacco di nome Sileno a causa del suo ventre rigonfio perche’ anche lui amante del vino simile al calice della pianta. I fiori piccoli variano dal rosa al fucsia, la fioritura va da giugno ad agosto.
Per altri pero’ il nome potrebbe derivare dal greco siano cioè’ saliva per via della sostanza schiumosa sui fusti che servirebbe ad allontanare piccoli parassiti e quindi proteggere la pianta. In passato si riteneva che i suoi semi triturati potessero curare i morsi di serpente.
Spartium junceum o ginestra comune. Una pianta che in genere si adatta a vari terreni e in posizioni molto esposte al vento e al sole , ma si adatta bene anche in zone di ombra.
Questa pianta e’ molto resistente, sia a freddo che caldo. Cresce spontanea in tutta Italia tranne nelle zone di alta montagna.
Si trova in tutte le vegetazioni mediterranee, i suoi rametti venivano intrecciati in passato per formare i cestelli per il formaggio, ma anche per tessuti e corde. Viene utilizzata anche per compattare terreni franosi, la sua fioritura odorosa inizia a fine aprile, il suo nome Spartium deriva dal greco ‘spartion’ cioè’ cordicella proprio per i suoi rami ben flessibili utilizzati come corde.
Anthriscus sylvestri cioè’ anterisco o cerfoglio, altra erbacea selvatica aromatica del Mediterraneo, portata dagli antichi Romani dalle terre del medio oriente, cresce spontanea in zone boschive.
Simile alla velenosa cicuta, prestare attenzione! In alcuni paesi viene utilizzata come prezzemolo, ha una fragranza delicata simile all’anice. Anch’essa pianta officinale per le proprietà’ diuretiche, depurative e digestive, anche rimedio naturale per la stitichezza. Il cerfoglio viene usato anche per irritazioni cutanee, suffumigi per bronchiti, impacchi per occhi e maschera di bellezza. Oltre ovviamente all’uso in cucina per minestre e per aromatizzare pietanze.
Araxacum Erythrospermum, Tarassaco comune, conosciuto con tanti altri nomi come soffione, dente di leone, pisciacane, piscialletto per le sue qualità’ diuretiche.
Trova impiego in cucina come verdura ed insalata, ma anche i suoi semi tostati sono alla base del caffè di cicoria cioè’ sostituto del caffè. E’ un’erba molto comune in prati incolti, in vari ambienti dalla pianura fino ai 2000 metri. E’ importante per la produzione di ottimo miele ed e’ utilizzata in erboristeria per le sue proprietà’ diuretiche e antiremautiche.
Senapis alba o senape bianca, i suoi fiorellini gialli la contraddistinguono in vasti prati anche coltivati, poiché’ i suoi semi vengono largamente utilizzati per la produzione di olio e mostarde.Utilizzata in erboristeria per le sue proprietà’ anti ossidanti.
Sisymbrium officinale o erisimo, chiamata anche erba dei cantanti poiché’ utilizzata come antinfiammatorio delle corde vocali.
Si trova in tutta Europa ed in Africa, ama i prati incolti. I suoi semi e foglie trovano impiego in cucina per condimenti, ha un tipico gusto pungente anch’essa utile per produrre olio e mostarde.
Sonchus tenerrimus o crespigno anche conosciuto in altri nomi come crespino o cascigne.
Molto diffuso in campi incolti del Mediterraneo , utilizzato in cucina come verdura sopratutto in centro Italia come Abruzzo e Molise, ma diffusa un po’ ovunque. Ci sono due specie della stessa famiglia , il crespino sfrangiato e crespino dei prati. Somiglia molto al tarassaco. E’ una verdura molto ricca di sali minerali e vitamine.
Il suo nome deriva dal greco sonchus cioè’ molle , spugnoso proprio come le sue foglie. Plinio il vecchio ci racconta che Teseo prima di raggiungere il labirinto per uccidere il Minotauro, si cibo’ di un bel po’ di crespino comune.
Ma nella nostra passeggiata lungo la via ciclabile nella riserva naturale dell’Aniene, scopriamo un piccolo gioiello della periferia romana i resti di un cimitero romano con due mausolei e di una Villa di età imperiale fino a raggiungere ponte Nomentano .
Il sepolcro circolare di età imperiale è il mausoleo di Menenio Agrippa. La parte moderna fa parte del progetto città giardino Aniene col ponte Tazio di Gustavo Giovannoni del 1927, in adiacenza con piazza Sempione.
Inoltrandoci all’interno di un giardino pubblico ammiriamo i ruderi di età imperiale ed il vecchio ponte Nomentano.
Questo ponte è stato dipinto da molti artisti amanti della campagna romana, si trova ai piedi del Montesacro dove la via Nomentana superava il fiume Aniene.
Durante la transumanza veniva attraversato da mandrie di bovini. Infatti su un lato del ponte si trovano i simboli di Ercole cioè’ una clave ed una testa bovina.
Si narra che durante le guerra greco-gotica tutti i neponti sull’Aniene cioè Nomentano, Salario e Mammolo, furono distrutti da Totila Re degli Ostrogoti nel 549. In seguito Narcete, il comandante inviato da Giustiniano lo fece ricostruire, poi venne rimaneggiato in epoca bizantina, si presenta oggi con un arco di travertino sormontato da una fortificazione merlata. Il ponte risale all’inizio del I sec. A.C.
Molti i lavori di consolidamento per volere di papa Adriano I tra il 772-795, mentre la struttura a castello merlata si attribuisce a Papa Nicolò V negli anni 1470-74, in origine le due porte di accesso erano protette da due torri, di cui ne resta una sola, mentre l’altra è stata rifatta nel 700. come attestano gli stemmi di famiglia papale.
Questo ponte come anche gli altri due sull’Aniene, venne gravemente danneggiato dai Francesi nel 1849 contro le truppe garibaldine che marciavano su Roma.
Ulteriori approfondimenti:
- Insieme per l’Aniene ONLUS
- Ente Regionale RomaNatura
- Portale della Flora di Roma.