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La più antica chiesa mariana a Roma

Santa Maria Maggiore dove anche io sono stata battezzata è una delle 4 basiliche papali a Roma e dunque territorio del Vaticano come San Pietro, San Giovanni in Laterano e san Paolo fuori le mura.

È la più antica delle chiese romane dedicate alla Vergine Maria. Parliamo di arte e di religione, ma anche di cose pagane prima del cristianesimo.

Papa Francesco il 15 marzo 2020 (link) ha fatto visita davanti ad una icona antichissima bizantina all’interno di questa basilica. Come molte chiese cattoliche è stata costruita sulle fondamenta di un tempio pagano.

L’appellativo Salus Populi Romani cioè salvezza del popolo romano, secondo lo scrittore latino Livio, veniva già utilizzato in riti pagani nell’antica Roma per invocare la protezione della città. Fu solo in seguito che assunse un significato Cristiano cioè quando sotto l’imperatore Costantino ufficializzato il cristianesimo, comparve questa icona che si riferiva alla Madre di Dio.

Si dice che questa immagine fu portata da Gerusalemme a Roma da Sant’Elena, la madre di Costantino nel IV secolo e che fu dipinta da san Luca Evangelista. Cosa certa è che per secoli questa icona ha sempre ricevuto una grande devozione soprattutto da parte di pontefici.

Solo per citare qualche esempio, nel 593 papa Gregorio I la portò in processione per far cessare la peste che imperversava su Roma.  Nel 1837 papa Gregorio XVI implorò davanti a questa icona la fine di un’epidemia di colera. Venne poi onorata da papa Pio XII mentre proclamava il dogma dell’Assunzione di Maria nel 1950.

Sempre l’icona Salus populi Romani viene nominata come la protettrice della giornata mondiale della gioventù, come pure l’emblema dell’ordine dei Gesuiti nel mondo. Non è un caso dunque che il 15 marzo 2020 papa Francesco s’inginocchia davanti a questa icona bizantina per implorare la fine di un’ennesima pandemia che devasta tutto il pianeta.

Ma parliamo un po’ di questa stupenda chiesa che è la sola basilica papale ad aver conservato le strutture paleocristiane, nonostante gli svariati cambiamenti di stili architettonici dal paleocristiano al Barocco. Una serie di preziosità artistiche che comprendono mosaici del V secolo, come pure opere risalenti al Giubileo del 1300 e poi ancora dei secoli successivi come il suo campanile in stile romanico-rinascimentale, il più antico di Roma,  fino all’attuale prospetto moderno dell’architetto Ferdinando Fuga anni 1741-43.

La chiesa verrà fatta costruire da papa Sisto III dopo il concilio di Efeso del 431, in un primo tempo dedicata alla Maria della Neve.

In arte abbiamo molti riferimenti alla fondazione di SM Maggiore e al miracolo della nevicata evento che viene commemorato ogni anno il 5 di agosto. 

  • Il dipinto di Masolino da Panicale dei primi del 1400, artista di primo Rinascimento e collaboratore del grande Masaccio, conservato al museo di Capodimonte a Napoli.
  • A Firenze è in una delle vetrate dell’altar maggior nella cappella Tornabuoni del Ghirlandaio del 1490 nella chiesa di S Maria Novella
  • Nella Chiesa di Santa Felicita sempre a Firenze la cappella Canigiani del Poccetti anno 1590.

Ovviamente il tema è presente in tante altre opere d’arte in tutto il mondo.

  • Perché si chiama Santa Maria Maggiore? Perché è la più grande delle 26 chiese mariane a Roma.
  • Perché ci sono mosaici del V secolo? Perché con il concilio di Efeso del 431, si voleva riaffermare la divinità del Cristo incarnato nella Vergine

All’interno, l’arco di trionfo che sovrasta il presbiterio è interamente decorato da mosaici tra i più importanti dell’arte paleocristiana, raffiguranti le storie di Gesù.

In seguito, papa Niccolò IV in preparazione del Giubileo del 1300 fece eseguire altri straordinari lavori come i mosaici dell’Abside di Jacopo Torriti del 1295 con l’Incoronazione della Vergine, immagine ieratica di tarda arte cristiano-bizantino-romana. In questo stesso periodo Arnolfo da Cambio, celebre a Firenze si trovava a Roma per eseguire commissioni papali, come la cappella del presepe di cui restano solo alcune statue, poiché’ smantellata per volere di papa Sisto V, il papa che rivoluzionò l’urbanistica di Roma nel 1500. Qui fece erigere la sua cappella di famiglia, Cappella Sistina (da non confondere con quella al Vaticano volta da Sisto IV) e non badò a spese, utilizzò preziosi marmi antichi di spoglio provenienti da edifici romani come il ninfeo dell’imperatore Settimio Severo del 203 sul colle Palatino.

Poi in seguito a partire dal 1605 il papa Paolo V Borghese fece edificare la sua cappella di famiglia: la cappella Paolina. Il complesso progetto prevedeva l’attività di un grande gruppo di artisti tardo manieristi inizi Barocco, tra questi vorrei ricordare Pietro Bernini, padre del più celebre Gian Lorenzo. Pietro nato a Sesto Fiorentino ridente cittadina vicino Firenze, approda a Napoli per realizzare varie opere come quelle della Certosa di san Martino e del duomo ad Amalfi.

Di li a poco arriveranno importanti commissioni papali alle quali parteciperà anche suo figlio Gian Lorenzo destinato a diventare uno dei più importanti artisti del Barocco. Infatti suo figlio fin da piccolo assiste il padre nei cantieri degli anni 1608-1615 della cappella Paolina in Santa Maria Maggiore.

Gian Lorenzo Bernini è qui che inizia ad osservare artisti di grande calibro come il Cigoli, il Passignano, Guido Reni e il Lanfranco. che saranno di una certa influenza sul suo stile. Ed è proprio qui in questa stessa basilica che si trova il luogo della sua sepoltura. Cosi, anche Gian Lorenzo Bernini riceverà l’onore di essere sepolto in SM Maggiore, proprio come le grandi famiglie di pontefici sostenitori di artisti di ogni epoca.